Sindrome
Falloidea
Sporofori Responsabili
Amanita
phalloides, A. verna, A. virosa, A. porrinensis
Galerina
marginata e altre del gruppo
Conocybe
filaris e altre del gruppo
Genere
Pholiotina – quasi tutte le specie
Genere
Lepiota – quasi tutte le specie
Quadro Clinico
Nel
periodo compreso tra le 6 ore e le 24 ore, cominciano a comparire i primi
sintomi, dolori addominali, sudorazione, vomito incoercibile e diarrea profusa;
di conseguenza può insorgere disidratazione grave con ipovolemia, che, se non
curata prontamente, può generare nel paziente un’insufficienza renale acuta
anche con esito letale.
Dopo
24 – 48 ore, si manifesta la fase epatica vera e propria, quando le amatossine
contenute nello sporoforo raggiungono per via vascolare il fegato. Si rileva un
notevole aumento delle transaminasi e della bilirubina, e, dopo 4-5 giorni, si
verifica, necrosi epatica con esito mortale, determinato da coma epatico,
insufficienza respiratoria e grave insufficienza renale. Una risposta pronta e
corretta da parte del Micologo sul riconoscimento degli sporofori ingeriti dal
paziente, consente oggi al medico di adottare una terapia
di pronto intervento, consistente nella diuresi forzata, pertanto i casi
mortali, rispetto al passato, sono scesi al 10% dei casi presentatisi. La
ripresa del paziente, è tuttavia lenta e difficile e in molti casi la sua vita
dipende dal trapianto del fegato.
1 commento:
Argomento delicato questo sulla micotossicologia e che parecchi raccoglitori meno esperti prendono sempre sotto gamba. La Sindrome falloidea è una delle più brutte che ci sia e quasi sempre causata dall'Amanita phalloides che ogni anno miete le sue vittime per l'incoscienza di alcune persone senza scupoli.
Saluti
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